Rino Canzoneri
Termini Imerese – Quando i loro figli li convocarono «per un discorso importante» e proposero loro di accogliere Ayoub a casa, mamma Marianna La Rosa e papà Gaetano Aglieri Rinella risposero senza esitazione: «Vuol dire che da ora in poi invece di cinque saremo in sei». E fu così che otto anni fa una famiglia di Termini Imerese, già con tre figli grandi, aprì le porte di casa ad un ragazzo marocchino, che oggi ha 25 anni, ospitato sino ad allora in una comunità del paese.
I ragazzi si erano conosciuti a scuola, avevano fatto amicizia ed erano diventati inseparabili. Di tanto in tanto portavano a casa l’amico africano, facendolo così conoscere anche ai loro genitori. Che lo apprezzarono e gli vollero bene sin dall’inizio, per la sua simpatia, la sua educazione, la bontà e la serietà. Quando i tre fratelli pensarono di portarlo in modo permanente a casa e fecero la proposta, papà e mamma non ebbero dubbi nell’accoglierlo. Lo avevano già conosciuto ed apprezzato tanto, per loro sarebbe stato un piacere ospitarlo.
Sin dall’inizio tutto si è svolto nell’assoluta normalità, con serenità. La convivenza dava e continua a dare tante belle emozioni. Si mangia insieme, si condivide parte del tempo libero, si discute del più e del meno, di cose futili e importanti, si scambiano idee ed esperienze, si affrontano piccoli e grandi problemi della vita. «Per noi – dice mamma Marianna – è come se fosse un quarto figlio e ci occupiamo di lui come degli altri nostri ragazzi. Viviamo un’esperienza che ci sta arricchendo molto sul piano umano e delle conoscenze, le sue molto diverse dalle nostre. Gioiamo della sua felicità e dei traguardi che raggiunge. Nelle occasioni più importanti è sempre con noi, perché ormai fa parte della nostra famiglia».
Il ragazzo continua a tenere il legame e i contatti con i genitori in Marocco che per tre volte è andato a trovare. «A volte ho pensato – aggiunge Marianna – che potesse rimanere nel suo Paese, ma è sempre ritornato. Perché – dice – che la sua famiglia siamo anche noi e che la sua vita è ormai qui».
«A casa degli Aglieri Rinella – dice Ayoub – mi sono trovato benissimo sin dall’inizio. Tutto è filato liscio, con naturalezza e semplicità. Ho trovato l’amore e l’affetto che avevo perduto quando avevo lasciato i miei genitori e questo mi ha ridato forza, fiducia e coraggio. Non finirò mai di ringraziarli anche per l’opportunità che mi hanno dato di studiare e di essere arrivato al punto in cui sono oggi».
I coniugi Aglieri Rinella gestiscono da tempo due negozi con articoli per bambini, a Termini e a Bagheria, non navigano nell’oro, anzi… Da quando è arrivato il Covid hanno avuto tanti problemi a causa del calo delle vendite dovuto alla pandemia, e proprio nei giorni scorsi hanno dovuto chiudere il negozio di Bagheria, ma continuano a sopperire alle esigenze del nuovo arrivato a casa.
Ayoub, dopo le scuole medie, ha iniziato a studiare al Nautico a Palermo. Fa avanti e indietro ogni giorno, si impegna, è determinato e raggiunge la maturità. Ora è iscritto al primo anno fuori corso in ingegneria dell’energia, profilo nucleare. Ha già dato undici materie, gliene restano nove.
Nonostante la crisi economica, e il ritorno a casa dei tre figli, che a causa del coronavirus hanno perso il posto di lavoro a Londra, Marianna e Gaetano non hanno alcun dubbio. «Continueranno a sostenere il percorso di Ayoub sino alla laurea, sino a quando non troverà un lavoro e la sua autonomia».
«Due anni fa siamo stati inseriti – dice la signora Marianna – nel progetto Apri della Caritas ed abbiamo avuto sostegni ed aiuti relazionali molto importanti in questo periodo per noi molto difficile».
La Caritas è intervenuta acquistando un computer per Ayoub che ha potuto così seguire le lezioni a distanza, ha pagato per un anno le tasse universitarie e per l’acquisto di alcuni libri e gli ha messo a disposizione una stanza a casa San Francesco, che utilizza quando per impegni di studio non può tornare a casa. Ma ora deve uscire da questo percorso ed ha bisogno di una nuova casa di appoggio.
La storia di Ayoub è stata dolorosa e complicata. Partito dal Marocco a undici anni, è arrivato con varie vicissitudini a Milano dove raggiunse il fratello ventenne in provincia di Verona. Ma la convivenza non funzionò e il ragazzino da solo in treno partì per Palermo, alla ricerca di alcuni familiari che inizialmente non trovò. Vagò per quattro giorni per la città senza una meta e un posto dove dormire, sino a quando fu notato da alcune persone che lo segnalarono ai Servizi sociali del Comune. Era un minore, e non era accompagnato. Doveva avere protezione. Fu portato in una casa di accoglienza, al Sant’Anna di Termini Imerese, dove rimase sei anni, sino al febbraio del 2014, quando venne accolto dalla famiglia che lo tiene ancora con se e gli ha spianato la strada per realizzare il suo sogno di diventare ingegnere. «Spero – conclude Ayoub – che quanto successo a me possa capitare a tanti altri ragazzi, anche se so che non è una cosa facile. Ma le favole a volte possono diventare realtà, come nel mio caso».
In foto: Ayoub, il primo a sinistra all’impiedi, con i fratelli Aglieri.